Una bellissima esperienza, che ha portato i ragazzi a “toccare con mano” la ricerca astronomica in tutte le frequenze dello spettro elettromagnetico. Proprio seguendo lo spettro come guida, lo stage si è snodato fra i tre istituti bolognesi dell’INAF e il CNR.
La prima fermata è la finestra del visibile. Lunedì 29 giugno ritrovo presso la sede dell’Osservatorio di Bologna, dove i ragazzi si sono conosciuti e hanno incontrato il Direttore dell’Osservatorio. Subito dopo tutti al lavoro, con un laboratorio di ottica, alla scoperta delle leggi che regolano specchi e lenti, la base per qualunque telescopio ottico. Le domande sono già numerosissime, i ragazzi sono in forma!
Finito il laboratorio di ottica, tutti sul pullman: destinazione Loiano. Infatti alle periferie di questo paesino arroccato sull’appennino emiliano trova posto la sede osservativa, che ospita il secondo telescopio più grande d’Italia: il telescopio Cassini, che ha uno specchio primario da 152 cm di diametro.
Però il Sole è ancora alto, le osservazioni non sono possibili. Quindi ci sistemiamo tutti i foresteria, aspettando la cena. La cena è abbondantissima, però dobbiamo mangiare abbastanza velocemente: il Sole è già calato e il telescopio ci aspetta. Attraversando il bel sentiero che si snoda nel bosco, arriviamo alla cupola del 152 cm. Parte quindi la visita guidata alla struttura, con qualche accenno di fotometria e spettroscopia. Peccato che, per la legge di Murphy, il cielo non ci aiuta: si copre velocemente e quindi dobbiamo desistere. Passiamo una decina di minuti nella sala di controllo, spulciando qualche immagine ripresa nelle settimane scorse.
Ora tutti a nanna! Martedì sarà una giornata impegnativa. Sono previste ben quattro conferenze nell’arco della giornata.
La mattina si parte con “La scala delle distanze”, seguita poi da “Le galassie e la legge di Hubble”. Nel pomeriggio è la volta di “L’arte delle orbite” e di “Costellazioni e cielo notturno”.
Dopo cena, ritorniamo al 152 cm. Purtroppo il tempo non è assolutamente clemente e dobbiamo constatare che non è possibile fare osservazioni. Però una visita al secondo telescopio della stazione non ce la toglie nessuno: con una bella passeggiata notturna nel bosco arriviamo alla cupola che ospita un bel telescopio riflettore con un diametro di 60 cm. La cupola, in legno, è semplicemente meravigliosa e lo strumento è un gioiellino dalla meccanica invidiabile.
In questi giorni di caldo torrido dormire a Loiano è stato molto piacevole e corroborante: l’aria di montagna è davvero meravigliosa!
La mattina successiva lasciamo Loiano e ci dirigiamo verso il museo Marconi, situato nella omonima località di Sasso. La visita al museo è veramente memorabile, non solo per tutta la parte storica e per l’enorme quantità di materiale raccolto e catalogato dalla Fondazione, ma anche per il laboratorio pratico di elettrostatica. Tutti ammiriamo estasiati le scintille che scoccano fra le sfere delle bobine e ascoltiamo il ritmico susseguirsi di linee e punti che costituiscono i messaggi Morse.
Abbiamo abbandonato le lunghezze d’onda del visibile, sotto l’occhio vigile di Marconi entriamo nel regno delle onde radio: partiamo alla volta della stazione radioastronomica di Medicina!
L’arrivo alle antenne è sottolineato da un unanime “ooooh!”: effettivamente fanno una notevole impressione. Prima però ci sistemiamo in foresteria. Il caldo qui è asfissiante, ma fortunatamente qualche anima pia ha climatizzato tutta la parte comune della foresteria e degli uffici. Qui ci ritroviamo tutti per una sessione intensiva di esercizi e problemi. Prima una breve chiacchierata sullo spettro elettromagnetico, e successivamente diamo fuoco alle polveri entrando nel vivo. I ragazzi però si difendono bene: riescono a districarsi agilmente fra magnitudini assolute di gatti neri, calcolando prima quanti watt raccoglie il radiotelescopio di Medicina, riuscendo infine addirittura a calcolare il numero di molecole dell’atmosfera terrestre.
Dopo cena semplicemente non resistiamo. Vogliamo vedere la parabola in funzione. Ritrovo davanti agli uffici e da lì si parte. Percorriamo una piccola strada che si snoda docilmente fra le campagne bolognesi, mentre svettano sopra di noi le altissime centine della Croce del Nord. Raggiungiamo lo strumento principale, dove non possiamo fare a meno di alzare lo sguardo: l’enorme parabola da 32 metri di diametro si sposta lentamente alla ricerca della prossima radiosorgente da studiare, illuminata dalla pallida luce lunare. Ovviamente cediamo al mainstream: d’obbligo il selfie con il radiotelescopio!
La nostra sosta nelle onde radio non è ancora finita. All’indomani, i ragazzi affrontano un interessantissimo laboratorio di radioastronomia, dove, utilizzando un interferometro didattico, riescono a percepire l’emissione radio del Sole. Con grafici alla mano e righelli, trovano l’emissione della nostra stella.
Il primo pomeriggio è dedicato alla visita (ufficiale) alle antenne. Scopriamo per esempio che la Croce del Nord sta subendo un importante ammodernamento, per poterla inserirla in un progetto di ricerca sui detriti spaziali.
Quando cala la sera, cediamo nuovamente alla tentazione: dopo cena una passeggiata sotto la parabola non ce la leva nessuno!
Il giorno dopo le onde radio devono cedere il passo. Si salta repentinamente a frequenze elevatissime, ricadendo nel regno dei raggi UV, X e gamma.
Venerdì infatti lasciamo i radiotelescopi, e ci dirigiamo alla volta del CNR, dove i ragazzi assistono a una serie di presentazioni riguardanti lo studio delle alte energie (come buchi neri, quasar…) .
Segue infine una visita ai laboratori: hanno preparato per noi un paio di esperimenti, per mostrarci come vengono rilevati i fotoni alle alte energie. I telescopi che lavorano nel regno dei raggi X e gamma sono nettamente diversi dai telescopi ottici o dai radiotelescopi!
Con un po’ di dispiacere ci accorgiamo che lo stage è finito: è tempo di salutarsi. I ragazzi sono un po’ stanchi, ma felicissimi e soprattutto contentissimi di aver imparato un sacco di cose nuove, che speriamo possano servire per le prossime edizioni delle Olimpiadi di Astronomia. Per loro infatti l’avventura è appena iniziata.
Allo stage hanno partecipato otto studenti che si erano qualificati per la Finale nazionale 2015: Paola Abbattista, Arrigo Grasso, Giuseppe Edoardo Antonio Porto, Killa Santer, Luigi Steccanella, Ferdinando Tropea, Andrea Di Pasquale.
Lezioni e conferenze a cura di: Roberto Bedogni (INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna), Paola Focardi (Dipartimento di Fisica e Astronomia – Università di Bologna), Alberto Buzzoni (INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna), Felice Cusano (INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna), Antonio De Blasi (INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna), Roberto Ricci (INAF – Osservatorio di Radioastronomia), Roberto Orosei (INAF – Osservatorio di Radioastronomia).
Organizzazione a cura della sede interregionale di Bologna: Stefania Varano (INAF – Osservatorio di Radioastronomia), Giovanna Stirpe (INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna)
Marco Monaci ha partecipato alla Finale Nazionale nel 2008 (Teramo), nel 2009 (Napoli) e nel 2010 (Torino) ed ha fatto parte della rappresentativa italiana alle Olimpiadi Internazionali nel 2008 (Trieste) e nel 2010 (Sudak, Crimea). Per la partecipazione a tre finali nazionali ha vinto nel 2010 il premio Schiaparelli. Alle Olimpiadi Internazionali ha conseguito un diploma di terza fascia nel 2008 nella categoria junior e nel 2010 nella categoria senior. Nel 2010 ha, inoltre, vinto il prestigioso premio per la miglior prova pratica nella categoria senior. Attualmente studia Fisica a Pisa, seguendo i corsi per la laurea magistrale in Astrofisica.