Giovedì 17 giugno, partenza da Roma alla volta dell’isola di La Palma, Canarie, dei due ragazzi che rappresenteranno l’Italia alle Olimpiadi Internazionali di Astronomia, previste per il prossimo autunno in Crimea. Marco Monaci (liceo scientifico «Guglielmo Marconi» di Grosseto) e Simone Polimeni (liceo scientifico «Leonardo da Vinci» di Reggio Calabria) vincitori delle Olimpiadi Italiane di Astronomia per la categoria Senior, iniziano la loro preparazione alle gare con uno stage di cinque giorni presso il Telescopio Nazionale Galileo.
Lo stage, che vuole essere non solo un approfondimento, ma anche un meritato premio, darà ai due ragazzi l’occasione di entrare in contatto con un ambiente di ricerca internazionale, dato che al Roque sorgono molti telescopi di tante nazioni diverse, che hanno offerto ampia disponibilità per incontrare i ragazzi. Simone Polimeni e Marco Monaci, che si sono meritati anche la medaglia Schiaparelli per essere giunti alla loro terza finale nazionale, saranno seguiti da due astronome: la dott.ssa Stefania Varano, dell’INAF-Istituto di Radioastronomia di Bologna, che li accompagnerà anche nei viaggi di andata e ritorno, e Gloria Andreuzzi , responsabile della didattica e della divulgazione del TNG.
Dopo l’arrivo nell’isola di La Palma, i ragazzi saliranno al Roque a quota 2500 metri il giorno successivo, 18 giugno. Un po’ di nausea sarà da mettere in conto, sia per il dislivello che per la strada: circa un’ora di curve una dopo l’altra. Dopo l’accoglienza alla foresteria, i ragazzi avranno il privilegio di visitare il Gran Telescopio Canarias (10 m di diametro) e il William Herschel Telescope, del diametro di 4 metri.Quindi si trasferiranno al Telescopio Nazionale Galileo, dove – dopo l’accoglienza da parte dello staff – ci sarà da prendere confidenza con gli strumenti informatici e, soprattutto, impostare le osservazioni notturne.Con lo strumento LRS – DOLORES si prevede di osservare un ammasso globulare, una galassia e una nebulosa, confidando nel cielo limpido delle Canarie. Durante la notte, mentre il TNG raccoglierà docilmente la luce proveniente dagli oggetti scelti per le osservazioni, i ragazzi avranno modo di conoscere un aspetto poco noto al grande pubblico della ricerca astronomica: la tensione e la curiosità di controllare se i dati raccolti sono all’altezza delle aspettative.
Poi, a letto non prima delle 7 della mattina, con sveglia prevista per le 14 – 15 del 19 giugno. Nel tardo pomeriggio, proseguirà il tour dei telescopi del Roque con la visita a MAGIC,telescopio per la rivelazione di raggi gamma, con un forte contributo italiano (INFN e INAF) e, dopo cena, al Nordic Optical Telescope, che offrirà loro la possibilità di vivere delle osservazioni in tempo reale insieme a un astronomo.
La discesa del 20 non sarà da minor stordimento, ma il pomeriggio del 20 sarà all’insegna della totale libertà e del turismo consapevole, sotto la guida di Stefania Varano . Dopo un meritato riposo, il 21 i ragazzi torneranno a lavorare sui dati raccolti nella notte del 18, per ottenere immagini in tricromia degli oggetti osservati.
Le visite ai telescopi e la disponibilità data da tutte le istituzioni sono state realizzate grazie al “Gruppo Lpiya”, il gruppo di divulgazione e didattica a La Palma, di cui il TNG fa parte, e che riunisce in una stretta collaborazione tutti i telescopi che sorgono al Roque.
Link e pagine utili:
Telescopio Nazionale Galileo: http://www.tng.iac.es/
Il gruppo di divulgazione e didattica a La Palma http://www.lpiya.org/
Gran Telescopio Canarias: http://www.gtc.iac.es/
William Herchel Telescope: http://www.ing.iac.es/
DOLORES – LRS: http://www.tng.iac.es/instruments/lrs/
MAGIC: http://wwwmagic.mppmu.mpg.de/
Nordic Telescope: http://www.not.iac.es
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I ringraziamenti di Gloria Andreuzzi, Astronoma e Responsabile della didattica del TNG:
Un ringraziamento al Direttore del TNG, Emilio Molinari che ha reso possibile questa esperienza.
Un ringraziamento a tutto lo staff della FGG che ha partecipato attivamente per la buona riuscita di questa esperienza ed uno particolare ad Avet Harutyunyan per aver contribuito in prima persona alla rielaborazione delle immagini osservate dai ragazzi ed averli coinvolti nel lavoro.
Ringraziamenti agli altri istituti: un ringraziamento particolare al gruppo lpiya (Gruppo di Divulgazione in La Palma) per aver risposto con tanto entusiasmo alla mia richiesta ed uno in particolare alle persone che ci hanno ospitato nei loro telescopi/istituti: Juan Carlos Perez direttore dell’ ORM (IAC), Valeria Scapin per il Magic, Javier Mendez per il WHT, Pedro Alvarez direttore del GTC, Anlaug Amanda Djupvik per il NOT.
Gloria Andreuzzi
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Il Diario dello Stage al TNG
Pensieri e immagini di Marco Monaci e Simone Polimeni
—- 17 giugno 2010 ———————————————
La sveglia e’ suonata presto per tutti: alle 5 per Marco, alle 2 (!) per Stefania e alle 6:30 – molto fortunato- per Simone.
Il luogo di incontro e’ stato il check-in numero 258, ora d’incontro 8:30.
Il primo volo, quello per Madrid, e’ trascorso tranquillamente, anche se il pilota era piuttosto sportivo e compiva virate molto strette. Alle 13:00 siamo atterrati, o meglio caduti, vista la delicatezza dell’atterraggio, a Madrid. La prima sorpresa e’ stata il fuso orario: infatti Madrid ha la nostra stessa ora. Abbiamo quindi mangiato un panino velocemente e ci siamo subito recati all’imbarco per Tenerife, la seconda tappa. Anche questo secondo volo e’ stato tranquillo, esclusa una leggera turbolenza a meta’ viaggio. Il nostro pilota era quantomai sportivo: virate impossibili, cabrate e picchiate. L’aereo ha toccato terra alle 15:40 precise, seguito da una frenata pazzesca.
Il clima di Tenerife non era come ce lo aspettavamo: piuttosto freddo-umido con un vento non proprio caldo; successivamente abbiamo scoperto che la zona era precedentemente una laguna caratterizzata da questo clima. Ci aspettava comunque il terzo aereo: un piccolo velivolo a due eliche che ci avrebbe portato a destinazione, La Palma. Anche qui, inutile dirlo, un comandante allegro nella guida. Dopo venti minuti di “volo” atterriamo all’aeroporto di La Palma. Il clima per fortuna e’ quasi mediterraneo, vento caldo e temperatura accettabile. All’uscita ci aspettava Gloria Andreuzzi, un’astronoma che lavora al TNG e che, per nostra fortuna, parla benissimo lo spagnolo. Abbiamo quindi preso un taxi che ci ha portato al nostro appartamento a Los Cavajos.
Essendo un appartamento, abbiamo dovuto fare la spesa per poter fare colazione; abbiamo ceduto alla gola, biscotti superdolci e succhi di frutta.
Tornati all’appartamento, abbiamo fatto una nuotata rinfrancante nella piscina privata e successivamente ci siamo fatti una bella doccia calda.
Lavate tutte le fatiche, abbiamo aspettato Gloria e ci siamo diretti verso il ristorante messicano del posto. Dopo aver mangiato abbondantemente, ci siamo ritirati a casa e ci siamo addormentati immediatamente, un po’ stanchi ma molto felici.
— 18 giugno 2010 ———————————————
Sveglia alle ore 9.00, nell´appartamento a Los Cancajos. Il sole pallido filtrava attraverso le dense nubi che si accavallavano lungo le pendici del vulcano. Minacciava pioggia. Che fosse brutto tempo anche su al TNG? Non potevamo saperlo. Dopo la colazione a base dei soliti biscotti superdolci e di un buon bicchiere di succo di frutta, ci aspettava il taxi che ci avrebbe accompagnato alla Fondazione Galileo Galilei, dove c’era Gloria con la macchina pronta per accompagnarci al TNG. Abbiamo avuto qualche problema col tassista, che si ostinava a parlare spagnolo stretto, mentre noi ci limitavamo ad aggiungere qualche “s” e qualche “dos” alla fine delle parole italiane per dare una parvenza di ispanicita’. In più ha sbagliato la destinazione, portandoci all’Instituto de Astrofisica de Canarias,ma alla fine tutto è andato per il meglio e siamo riusciti ad incontrare Gloria anche se con 20 minuti di ritardo. Il viaggio per salire a Roque de los Muchachos è durato un’ora e mezza circa. La macchina si inerpicava su per una strada sempre più stretta e sempre più ripida. Ad un certo punto abbiamo oltrepassato lo strato di nubi che ci preoccupava tanto mentre eravamo nell’appartamento.
Arrivati a destinazione siamo andati subito a visitare il Gran Telescopio Canarias, per gli amici il GranTeCan. Un astronomo che lavorava al telescopio ci ha mostrato nei dettagli il suo funzionamento, partendo prima da un quadro generale sui telescopi a riflessione per poi arrivare a parlare proprio delle caratteristiche specifiche. Conclusa la visita abbiamo avuto poco tempo per trangugiare un panino in Residencia, perché poi ci aspettava la visita al telescopio inglese W.Herschel. Lì, un altro astronomo del posto ci ha prima illustrato i vari telescopi del sito e poi ci ha fatto entrare nelle cupola dello strumento. Finita anche questa visita siamo ritornati in Residencia e ci siamo riposati un po’, anche in vista della lunga notte di osservazione che ci aspettava. Abbiamo quindi cenato e verso le 21.30 siamo saliti al TNG. Ci sono stati alcuni problemi su uno strumento, Dolores, che hanno ritardato l’inizio delle osservazioni. Abbiamo prima tentato di fare osservazioni infrarosse ma poi per fortuna Dolores è stato sistemato, perciò abbiamo potuto seguire il programma prestabilito per l’imaging di tre oggetti: M16, NGC 6946 e M56.
Abbiamo usato vari filtri per l’acquisizione delle immagini, B, V, R, H-alpha, Zolfo. Dopo averle prese siamo passati a lavorare sulla tricromia, e quindi a creare le immagini complessive di M16 e NGC 6946. Le Colonne della Creazione in M16 spiccavano rispetto al mare di gas e polveri sottostante, mentre le nebulose della galassia apparivano di un bel rosso brillante, dovuto all’enorme aiuto del filtro H-alpha. Il tempo in cui potevamo osservare in modo proficuo è finito in fretta, e dopo poco siamo scesi in Residencia accompagnati da un’alba infuocata e da un Sole che presto sarebbe sorto dal mare di nuvole sottostante.
Per scaricare la relazione sulle osservazioni di Marco e Simone in pdf, clicca qui
— 19 giugno 2010 ———————————————
La cosa è molto strana: infatti la mattina del 19 abbiamo osservato fino a quando è sorto il Sole, successivamente siamo andati a dormire in Residencia e ci siamo svegliati alle 5:00 del pomeriggio dello stesso giorno!
Appena svegliati, abbiamo fatto una sorta di colazione-merenda, visto che il pranzo l’avevamo completamente saltato. Un po’ rintontiti, siamo tornati in camera a sistemarci. Dopo mezz’ora ci siamo incontrati con Gloria nella hall e abbiamo aspettato una ricercatrice che ci avrebbe fatto fare una visita al telescopio Magic. Dopo qualche minuto di attesa, si presenta una ragazza giovane con uno spiccato accento veneto: avevamo temuto che arrivasse una ricercatrice spagnola che non pronunciasse nemmeno una parola in italiano!
Dopo una decina di minuti di cammino, arriviamo nell’area dove sono stati posizionati i due telescopi, Magic-1 e Magic-2. Rimaniamo tutti sorpresi per la grandezza di questi due strumenti, ma soprattutto per il loro design molto accattivante, nettamente diverso dai comuni telescopi ottici. Infatti l’intera struttura non è coperta, i due specchi sono all’aperto. La domanda a Valeria, la ricercatrice, è d’obbligo: ma lo specchio non si sporca? Lei ci risponde dicendoci che sono specchi particolari, ricoperti da uno strato di quarzo molto resistente che protegge l’allumatura sottostante. Aggiunge che comunque a distanza di qualche anno gli specchi più danneggiati vengono rimossi e sostituiti. Lo specchio primario non è infatti monolitico, ma formato da diverse decine di specchi più piccoli .
Il puntamento, continua Valeria, è totalmente automatico: un satellite orbitante riceve un segnale di un Gamma-Ray-Burst e invia immediatamente un impulso alla centralina dei due telescopi; dopo qualche frazione di secondo durante i quali il computer interpreta il segnale e decide dove puntare il telescopio, i due strumenti si muovono con estrema agilità e con molta velocità: in meno di 30 secondi possono raggiungere anche la parte più distante di cielo visibile, cogliendo così il Gamma-Ray-Burst.
Il debole segnale luminoso viene riflesso verso un fotomoltiplicatore molto sensibile posto sul fuoco che trasmette il segnale amplificato al computer che successivamente lo analizza.
Dopo la visita, Valeria ci racconta un aneddoto: una volta un telescopio è stato “parcheggiato” in una posizione errata, cosicché lo specchio primario convergeva i raggi solari su un povero arbusto poco distante. L’effetto è stato quello della lente di ingrandimento: il cespuglio ha raggiunto velocemente una temperatura molto alta e dopo poco a preso fuoco. Per fortuna “l’incendio” è stato subito domato.
Dopo la visita, Gloria ci ha portato a vedere Roque de los Muchachos. La rocca deve il suo nome ad una formazione vulcanica posta sul bordo della caldera che ricorda vagamente il profilo di alcune persone. Il paesaggio attorno a noi è lunare, o meglio, marziano: rocce laviche pesantissime, terra rosso ruggine, pochi arbusti sparsi che si accontentano della poca acqua a disposizione nel sottosuolo. La vista della Caldera de Taburiente è mozzafiato; un dislivello di decine di centinaia di metri, dove osano solo le aquile. Siamo riusciti a vedere il mare in tutte le direzioni!
Da lassù notiamo un effetto molto curioso: la parte meridionale dell’isola è tagliata longitudinalmente da una catena montuosa piuttosto elevata: le nubi in arrivo da est si accavallano su questo versante e quando diventano troppo numerose, sorpassano la catena scivolando dolcemente nella valle occidentale disperdendosi, creando un fantastico effetto cascata.
Dopo aver ammirato il tramonto da Roque, scendiamo al TNG, per terminare l’elaborazione dei dati presi la notte precedente. Dopo diverse interpolazioni, otteniamo un bel grafico che rappresenta la popolazione di un ammasso globulare nella Lira. La stanchezza inizia a farsi sentire, ma la giornata non è ancora finta; dopo poco ci troviamo nel piazzale del NOT, Nordic Observatory Telescope, gestito da diverse nazioni del nord Europa. Lì partecipiamo per una mezzora circa alle osservazioni di rutine, per poi fare una micro-visita al telescopio: è un “semplice” riflettore da “solo” 2 metri e mezzo di diametro, che però produce immagini molto nitide e dettagliate proprio per la sua versatilità e relativa facilità di utilizzo.
Dopo la visita rientriamo al TNG e dopo aver preso i nostri zaini ci ritiriamo stanchi ma felici in Residencia.
— 20 giugno 2010 ———————————————
La giornata di domenica è stata, per così dire, una giornata di riposo. Dopo la sveglia, più o meno alle ore 9.30, e la colazione in Residencia, siamo scesi da Roque de los muchachos alla volta di Santa Cruz. Durante la discesa abbiamo potuto ammirare il bellissimo panorama e la varietà della vegetazione. A Santa Cruz, o meglio a Los Cancajos abbiamo preso le chiavi dell’appartamento e la macchina a noleggio, e ci siamo sistemati verso le ore 12.45. Quindi dopo aver lasciato i bagagli nell’appartamento siamo andati a pranzare in un posto tipico non lontano. Abbiamo assaggiato una specialità del posto e dopo aver finito di mangiare siamo tornati a casa per fare un rinfrescante e rillassante bagno nella piscina annessa all’abitazione. Siamo anche riusciti a vedere un pezzettino della partita Italia- Nuova Zelanda, finita poi in parità. Alle 16.00 abbiamo preso la macchina per fare un giro turistico dell’isola. Ci siamo dunque diretti verso il sud, verso un paesino chiamato Fuencaliente, chiamato così proprio per la presenza di una fonte “miracolosa” oggi scomparsa. Questa zona dell’isola è molto caratteristica grazie alla presenza di alcuni vulcani ancora in attività: i piu’ importanti sono il vulcano San Antonio, la cui ultima eruzione risale al 1677, e il vulcano Teneguia, eruttato nel 1971.
Abbiamo visitato il primo, camminando sul margine del cratere, e ammirando il meraviglioso scenario. Poi siamo andati a vedere un video di presentazione dell’isola presso il centro visitatori scavato sul pendio del vulcano. Dopo ci siamo “avventurati” verso il vulcano Teneguia, che però non abbiamo potuto vedere molto bene a causa delle cattive condizioni della strada. Abbiamo continuato il nostro giro turistico andando verso il punto più a sud dell’isola, dove vi sono le saline e due fari edificati appunto nell’estrema punta sud. Inutile dire che anche qui il panorama era bellissimo. Ancora non contenti, abbiamo continuato il giro dell’isola, dirigendoci verso delle spiaggie molto note come meta turistica. Dopo un bagno nell’oceano, e data anche l’ora tarda (era ormai tramontato il sole) siamo ripartiti per tornare a casa. Ci siamo fermati a cenare in un ristorante cinese e dopo un abbondante pasto siamo andati a dormire verso mezzanotte.
— 21 giugno 2010 ———————————————
Questa mattina abbiamo avuto l’occasione di dormire un po’ di più, infatti dovevamo incontrarci con Gloria alla Fondazione Galileo Galilei alle 11. Ormai diventati esperti di La Palma e di tutte le sue viuzze, abbiamo raggiunto senza problemi la Fondazione. Lì, Gloria ci ha fatto fare un giro per gli uffici a conoscere i vari astronomi e tecnici. Dopo questa serie di saluti, ci siamo sistemati in una sala libera con due computer e abbiamo iniziato a scrivere la relazione scientifica dell’Osservazione fatta le due notti precedenti . Nel frattempo, un ragazzo armeno, crediamo che sia proprio un guru o uno stregone dell’informatica, stava elaborando le nostre foto con Photoshop. Nel giro di due ore abbiamo scritto buona parte della relazione e il ragazzo aveva finito di processare le immagini. Gloria ci ha quindi portato in una stanza dove trovava posto un plotter enorme che stava stampando su carta fotografica e in altissima risoluzione le nostre due immagini!! Tempo due minuti che si asciugassero e dopo le abbiamo ammirate per più di dieci minuti. Anche Gloria è rimasta piacevolmente sorpresa della qualità delle immagini.
Dopo poco siamo andati a mangiare in un bar dove abbiamo ordinato dei panini con una carne sfilettata tipica de La Palma. Dopo esserci rifocillati, siamo tornati in ufficio per terminare il lavoro e spedire i vari resoconti. Verso le 5 del pomeriggio siamo partiti con la macchina verso il nord , un posto meraviglioso con montagne imponenti e una foltissima vegetazione che ricordava la giungla. Ammaliati, abbiamo imboccato un sentiero di montagna che si addentrava sempre di più nelle montagne e nella foresta, oltrepassando pareti a strapiombo e cime altissime. Molto soddisfatti di questa gita, siamo tornati al nostra appartamento a Los Cancajos (finalmente sappiamo come si scrive!) dopo una sosta veloce, abbiamo preso la macchina e ci siamo recati a Santa Cruz, dove ci aspettavano Gloria e Vincenzo. Ci hanno condotto in un piccolo pub per assaggiare finalmente le mitiche Tapas di cui abbiamo tanto sentito parlare. Mentre il mare produceva un rumore molto rilassante di risacca, abbiamo gustato i piatti tipici spagnoli. Terminata la cena, ci siamo diretti in un secondo bar per assaggiare l’altrettanto famoso “quesillo”, una specie di creme caramel non tanto dolce, con un debole retrogusto di formaggio. Dopo esserci rifocillati, è stato il momento dei saluti, e un po’ dispiaciuti, siamo tornati all’appartamento.
— 22 giugno 2010 ———————————————
Il Sole non è ancora sorto, ma seppur un po’ addormentati, ci dirigiamo verso l’aeroporto di La Palma. Arrivati lì, abbiamo fatto il check-in e ci siamo diretti verso il gate d’imbarco. Mentre aspettiamo che annunciassero il volo, abbiamo fatto un giro per i pochi negozi di souvenir per comprare qualche regalo da portare con noi in Italia. L’aereo è partito in orario e dopo mezz’oretta di volo – piuttosto sportivi i piloti della compagnia aerea Binter – siamo atterrati a Tenerife Nord. Dopo un’attesa di circa due ore, siamo saliti sull’aereo che ci avrebbe portato a Madrid: un vero bestione, un airbus a quattro motori con ben 8 posti per fila.
Dopo un volo molto tranquillo siamo atterrati a Madrid dove, subito dopo, abbiamo preso l’aereo che ci ha riportati a casa.
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